Le opere di Michelangelo al Museo del Bargello
Il Museo del Bargello di Firenze ospita importanti capolavori del più famoso scultore del Rinascimento. Stiamo parlando ovviamente di Michelangelo Buonarroti, che ha una sala tutta sua all'interno del museo.
In particolare, il museo contiene alcune opere giovanili del maestro: il Bacco (1497) e il Tondo Pitti (1504). Il Bacco è la prima scultura scolpita da Michelangelo quando aveva 22 anni. Si tratta di uno dei rari soggetti profani dell'artista, una figura di ubriaco vacillante, quasi in equilibrio su un piede, modellata sulle sculture classiche. Si tratta di una scultura in marmo commissionata dal cardinale Raffaele Riario. L'opera fu poi rifiutata dal cardinale e acquistata da Jacopo Galli, che la collocò nel cortile della sua casa. La statua evoca il mito pagano di Bacco, qui rappresentato come un "giovane dio ubriaco" che barcolla reclamando un trofeo mentre alle sue spalle un piccolo satiro, seduto su un tronco, approfitta furbescamente della sua ubriachezza per assaggiare l'uva che tiene con la mano sinistra. Il Bacco è reso in modo naturale, come un bambino che si fa avanti con incertezza a causa della sua ubriachezza.
Con il Tondo Pittipassiamo a un soggetto religioso, il bassorilievo, in parte incompiuto, rappresenta infatti la Madonna con il Bambino e il giovane San Giovanni. Il tondo risale agli anni in cui Michelangelo stava scolpendo il David, trovando il tempo di dedicarsi anche a una redditizia commissione privata. Questo lavoro fu infatti realizzato per Bartolomeo Pitti. Nel 1823 fu poi acquistato dalle Gallerie fiorentine e collocato agli Uffizi e solo infine, nel 1873, trovò la sua sede definitiva al Museo del Bargello. Il tondo rappresenta Maria che, con un libro aperto sulle ginocchia, guarda in lontananza come se stesse meditando sul destino del figlio appena letto nelle profezie delle Sacre Scritture; il bambino si appoggia a lei in un vivace contrasto, sullo sfondo appare San Giovanni. Il fulcro dell'intera composizione è Maria che sembra piegarsi per ottenere il meglio nello spazio rotondo, dando però l'impressione di volerne uscire.
Un'altra opera di Michelangelo conservata nel Museo del Bargello è il David-Apollo, risalente al 1530-32, scolpito per Baccio Valori e poi passato nella collezione di Cosimo I. L'opera fu parzialmente completata nella parte posteriore e presenta una superficie ruvida, il famoso "non finito" tipico di Michelangelo. L'incompletezza della statua non permette di identificare con precisione il soggetto. Per il Vasari si tratta di un Apollo nell'atto di prendere una freccia dalla faretra, mentre nell'inventario di Cosimo I è ricordato come un David, da cui il doppio nome assegnato alla statua. Secondo alcune fonti, potrebbe essere che Michelangelo avesse iniziato il progetto con l'intenzione di creare una statua di David ma poi, nel corso del processo, abbia cambiato idea e l'abbia trasformato in un Apollo. L'opera raffigura un giovane completamente nudo, in una complessa torsione. Nel volto si percepisce una sensazione di malinconia o forse addirittura di rimpianto.
L'ultima opera è Bruto, un busto del 1539 realizzato su richiesta del cardinale Niccolò Ridolfi. La decisione di scolpire un Bruto, assassino di Giulio Cesare, era legata agli eventi politici di quegli anni. Lorenzino de' Medici nel 1537 aveva infatti ucciso Alessandro de' Medici, dando così un contributo significativo alla liberazione dalla supremazia medicea e permettendo la nascita di un nuovo governo. Stilisticamente l'opera ricorda molto le statue antiche. Il Bruto ricorda, allo stesso tempo, altre opere di Michelangelo, come il David. Guardando la statua puoi notare la sua espressione concentrata e nervosa. Tutti i dettagli del viso e l'eccellente drappeggio della veste del Bruto ne fanno una delle opere più popolari di Michelangelo.